Matilde Tortora (Foto gentilmente concessa dall'autrice) |
Lo confesso: ero molto emozionato quando ho ricevuto e ho potuto leggere in anteprima una copia de “La sospensione del Cinema. Racconti d’amore e di mancanza” recentemente pubblicato.
Il nuovo libro di Matilde Tortora, disponibile in versione italiana e tedesca, è prima di tutto un atto d'amore per il cinema, un invito accorato a immedesimarsi in altre storie. Ritornare a guardare i film in sala. Ridiventare spettatore. Riprovare il sapore, il gusto, il profumo del Cinema.
La copertina del libro |
Il titolo allude da un lato alla sospensione d’animo che proviamo guardando un film, dall’altro alla chiusura delle sale cinematografiche a causa della pandemia di Covid-19 che dal 2020 e per lunghi mesi ha stravolto la vita di tutti, impedendoci anche di andare a vedere i film in sala.
L’autrice, a partire da questa mancanza, ha condotto un’indagine, nel suo e nel nostro amore per il cinema.
Storia della fruizione del cinema e dei tanti modi di essere uno spettatore, storie private e pubbliche fanno di questo libro il primo su questo tema, struggente e attuale, della mancanza del cinema. Sono molte le cose che hanno catturato la mia attenzione: ad esempio, il suo accostare il sentirsi accolti in una sala cinematografica ad una considerazione del filosofo Heidegger sui luoghi ospitali, ma anche il suo incontro con Luchino Visconti, poter toccare le stoffe dei vestiti indossati dai protagonisti dei suoi film.
E' stato un onore per me poter dialogare con Matilde Tortora, scrittrice e storica del cinema. Autrice di libri di letteratura e di saggi di cinema, tradotti in diverse lingue. Insignita, nel 2000, del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ho appreso cose nuove, alcune leggendole per la prima volta tra le pagine del suo libro, altre attraverso la sua voce.
Lo sa che furono gli spettatori a scrivere a modo loro e senza nemmeno accorgersene la prima Storia del Cinema? Infatti prima della metà degli anni Trenta non era stata scritta alcuna Storia del Cinema, ma fu la passione di chi andava a cinema e poi conservava traccia dei film che aveva visto a farci arrivare a noi una storia dei primi trent’anni di cinema, e questo sia in Italia sia in altri paesi.
Come hanno fatto?
Gli spettatori fin da subito ebbero desiderio e lo fecero davvero di portarsi in qualche modo “lo schermo in tasca”. Lo facevano grazie alle tecnologie in uso agli stampatori dell’epoca, potendo portarsi a casa un film su carte di vario formato, dal formato cartoline ad uno più piccolo, su cui erano stampate le scene del film nella sua trama essenziale in un certo numero di immagini. E nel libro ci sono diversi capitoli che raccontano tutto questo.
Come mai ha deciso che il libro fosse pubblicato anche in tedesco?
Sono assolutamente affascinata dalla complessità della lingua tedesca che ha espresso scrittori e filosofi tra i maggiori al mondo, certo non riuscirò ad apprenderla ma ci sono ottimi traduttori e io mi sono affidata per questo libro alla bravissima traduttrice Cornelia Lutz Mastrojanni che voglio davvero molto ringraziare perché non era facile tradurre “La sospensione del Cinema”.
Lei ha vissuto in molte città , si sente una cittadina d'Europa. Si è trasferita a Monaco di Baviera. Come si trova nella capitale bavarese?
Davvero molto bene. Monaco è una città ricca di cultura, di storia, di musei, d’arte, è anche sede di interessanti Festival cinematografici. Qui ho trovato inoltre nuovi amici: Antonio Macrì Presidente della Dante Alighieri che per primo ha ospitato alcuni miei racconti sulla pagina della Dante Alighieri, Sandra Cartacci direttrice della rivista Rinascita, la musicista Cecilia Gagliardi e diversi altri, tra cui Cornelia Lutz Mastrojanni. Perché sa, ogni libro genera non solo nuovi incontri, ma a volte, anche nuove amicizie.
Salvatore Bufanio