Circola in queste ore sul web la notizia dell'imminente "rimpatrio forzato" degli italiani rimasti senza lavoro in Germania.
Tutto nasce in seguito alle dichiarazioni di una nostra connazionale che afferma di aver ricevuto l'invito dallo Stato tedesco a tornare in Italia perché in Germania non avrebbe ottenuto un sostentamento economico.
La signora lasciò il lavoro perché incinta e si separò subito dopo. Si ritrovò quindi ad essere sola e senza reddito.
È una bufala? La notizia ha fondamento?
Alla base della vicenda, come spiega Fanpage, ci sarebbe una legge approvata circa due anni fa che ha elevato da tre mesi a cinque anni il periodo di permanenza minima in Germania per accedere ai sussidi sociali. La legge tedesca mira a ridimensionare uno stato sociale ritenuto troppo generoso e attrattivo per i molti stranieri europei che, facendo leva sul principio della libera circolazione, sfruttavano il sistema in maniera troppo eccessiva.
Chiariamo alcuni punti:
A) Chi lascia il lavoro per propria scelta e non per decisione del datore di lavoro ( o nel caso di una gravidanza, per decisione di un medico) non può accedere immediatamente alla disoccupazione. Ne ha comunque diritto, dopo alcune settimane, in base al periodo che ha trascorso al lavoro.
B ) Chi sa di avere un contratto che sta per concludersi senza un rinnovo da parte del datore di lavoro, è tenuto ad iscriversi al centro per l'impiego almeno 3 mesi prima del termine del rapporto lavorativo. Se non lo fa, non avrà diritto immediatamente al sussidio di disoccupazione. Bisogna lavorare almeno un anno per potere usufruire, senza intoppi e problematiche, del sussidio di disoccupazione.
C) Una volta terminato il periodo di disoccupazione, lo Stato tedesco fornisce un sostegno economico SOLO A CHI NE HA EFFETTIVA E CERTIFICATA NECESSITÀ.
Per esempio NON a chi in Italia ha case e terreni di proprietà ; somme sui conti correnti che superano un certo limite; auto e altri beni di lusso.
D ) Quindi, dopo il periodo di disoccupazione , solo chi ne ha realmente necessità , riceve una somma che dovrebbe coprire le esigenze primarie della persona. Oltre a questa somma, pagata in contanti, lo Stato paga anche l'affitto per evitare che la persona venga sfrattata. (Questo non significa che chi vive in una villa potrà continuare a farlo, ma dovrà trasferirsi in un appartamento più piccolo).
Soprattutto, questo significa che chi ha case di proprietà in Italia non può pretendere di vivere in Germania con l'affitto pagato dallo Stato.
E) Le offerte di lavoro che lo Stato propone durante questo periodo di sostentamento non posso essere rifiutate.
F) Lo Stato tedesco aiuta in modo diversi chi è genitore single: affitti agevolati, tassazione bassa... Non regala niente a nessuno.
G ) Ci sono casi, centinaia e centinaia, di persone che dopo il periodo di disoccupazione hanno ricevuto un sostegno economico solo dopo aver venduto tutto quello che è considerato un bene di lusso.
L'unica cosa che non è pignorabile e che non può essere inclusa in questo elenco è la fede nuziale.
Traete voi le conclusioni.
Tutto nasce in seguito alle dichiarazioni di una nostra connazionale che afferma di aver ricevuto l'invito dallo Stato tedesco a tornare in Italia perché in Germania non avrebbe ottenuto un sostentamento economico.
La signora lasciò il lavoro perché incinta e si separò subito dopo. Si ritrovò quindi ad essere sola e senza reddito.
È una bufala? La notizia ha fondamento?
Alla base della vicenda, come spiega Fanpage, ci sarebbe una legge approvata circa due anni fa che ha elevato da tre mesi a cinque anni il periodo di permanenza minima in Germania per accedere ai sussidi sociali. La legge tedesca mira a ridimensionare uno stato sociale ritenuto troppo generoso e attrattivo per i molti stranieri europei che, facendo leva sul principio della libera circolazione, sfruttavano il sistema in maniera troppo eccessiva.
Chiariamo alcuni punti:
A) Chi lascia il lavoro per propria scelta e non per decisione del datore di lavoro ( o nel caso di una gravidanza, per decisione di un medico) non può accedere immediatamente alla disoccupazione. Ne ha comunque diritto, dopo alcune settimane, in base al periodo che ha trascorso al lavoro.
B ) Chi sa di avere un contratto che sta per concludersi senza un rinnovo da parte del datore di lavoro, è tenuto ad iscriversi al centro per l'impiego almeno 3 mesi prima del termine del rapporto lavorativo. Se non lo fa, non avrà diritto immediatamente al sussidio di disoccupazione. Bisogna lavorare almeno un anno per potere usufruire, senza intoppi e problematiche, del sussidio di disoccupazione.
C) Una volta terminato il periodo di disoccupazione, lo Stato tedesco fornisce un sostegno economico SOLO A CHI NE HA EFFETTIVA E CERTIFICATA NECESSITÀ.
Per esempio NON a chi in Italia ha case e terreni di proprietà ; somme sui conti correnti che superano un certo limite; auto e altri beni di lusso.
D ) Quindi, dopo il periodo di disoccupazione , solo chi ne ha realmente necessità , riceve una somma che dovrebbe coprire le esigenze primarie della persona. Oltre a questa somma, pagata in contanti, lo Stato paga anche l'affitto per evitare che la persona venga sfrattata. (Questo non significa che chi vive in una villa potrà continuare a farlo, ma dovrà trasferirsi in un appartamento più piccolo).
Soprattutto, questo significa che chi ha case di proprietà in Italia non può pretendere di vivere in Germania con l'affitto pagato dallo Stato.
E) Le offerte di lavoro che lo Stato propone durante questo periodo di sostentamento non posso essere rifiutate.
F) Lo Stato tedesco aiuta in modo diversi chi è genitore single: affitti agevolati, tassazione bassa... Non regala niente a nessuno.
G ) Ci sono casi, centinaia e centinaia, di persone che dopo il periodo di disoccupazione hanno ricevuto un sostegno economico solo dopo aver venduto tutto quello che è considerato un bene di lusso.
L'unica cosa che non è pignorabile e che non può essere inclusa in questo elenco è la fede nuziale.
Traete voi le conclusioni.
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31.10.18
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